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STORTO

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Caratteristiche sensoriali del vino


Vista: giallo brillante paglierino talora con riflessi verdognoli.

Olfatto: fruttato con note di pesca bianca e pompelmo che si fondono a sentori di gelsomino e fiori bianchi ma anche di timo, rosmarino e foglia di pomodoro.
Gusto: grande carattere, importante struttura equilibrato e armonico, con una delicata acidità.
Buona chiusura, di ottima persistenza.

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Abbinamento
Ottimo come aperitivo, il grillo STORTO è il vino bianco ideale per accompagnare antipasti di mare, primi piatti vegetariani e pesce arrosto.
STORTO si abbina ad antipasti di pesce e molluschi, a primi piatti con condimenti di pesce e verdure, a secondi di pesce e crostacei fritti ma anche a carni bianche.
Può anche accompagnare uova e salumi purché non troppo saporiti.


Temperatura: 10-12 °C
Bicchiere di servizio: Calice Tulipano

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Info
Diffuso nella Sicilia occidentale, particolarmente nel

territorio di Trapani, il Grillo è un vitigno chiave nella produzione dei vini DOC Marsala.

Negli ultimi anni ha, però, dimostrato di essere un protagonista dei vini secchi da tavola ed, anzi, sembra quasi che abbia seguito questa linea di evoluzione comparendo tra i vini di struttura e da affinamento, con risultati sorprendenti.

Sulla sua storie e sulle caratteristiche c’è in effetti poco; iniziamo col dire che è un vitigno contemporaneo, infatti è generato dall’incrocio

tra Catarratto e Zibibbo.
Sul finire dell’Ottocento, il barone Antonino Mendola, agronomo e ampelografo, si dedicò

allo studio delle viti, su oltre 4 mila varietà; fra i documenti ritrovati c’è quello che è l’atto di nascita del Grillo, datato 1874 e scritto di suo pugno: “seme di Catarratto bianco fecondato artificialmente col Zibibbo nella fioritura del 1869 nel mio vigneto Piana dei Peri presso Favara (AG); raccolto a 27 agosto dello stesso anno; seminato in vaso a 3 marzo 1870 e nato verso il 20 maggio.

Nel 1871 osservando nel vaso 105 una piantolina ben distinguersi tra le molte sue consorelle per vigore e colore delle foglie e più per tormento trassi una piccola mazza e la innestai nel febbraio 1872 sopra un robusto ceppo di Inzolia nera onde affrettare la fruttificazione e così ebbi il piacere di gustarne i primi grappoli nell’autunno 1874.

Dedico questa pianta al chiarissimo. Ing. G. B. Cerletti, direttore della Stazione Enologica di Gattinara”; Giovan Battista Cerletti era uno dei tanti contatti di Mendola, a lui dedicò questo che chiamò “Moscato Cerletti”. Lo stesso Mendola scriveva, sempre nel 1904: “ibridai il Catarratto comune di Sicilia collo Zibibbo, per ottenere un ibrido colle virtù miste dell’uno e dell’altro progenitore, per potere fabbricare un Marsala più aromatico”.

Più chiaro di così!Un dettaglio importante. Nella fase di un recente studio sono stati individuati due biotipi, chiamati A e B, che presentano differenze sostanziali. Uno è più fresco, più simile a un Sauvignon Blanc.

L’altro è più potente, più alcolico e dall’aroma più mielato, forse più adatto a produrre vini liquorosi come il Marsala.

Ed ecco spiegata la sua incredibile versatilità; è uno dei vitigni migliori per il Marsala, ma si trova anche allo scaffale come vino da pasto e in varie vesti, da quella elegante ed elitaria a quella caratteriale e identitaria del suo territorio.

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