LUCIA

Caratteristiche sensoriali del vino
Vista: Il vino ha un colore giallo dorato chiaro.
Olfatto: Il bouquet è caratterizzato da profumi di zagara, gelsomino, erbe aromatiche, agrumi e frutta bianca.
Gusto: Al palato colpisce per la vivace acidità, ben equilibrata da note fruttate e da una nitida vena minerale.
Un’eccellente sapidità e marcate sensazioni minerali conducono ad una chiusura lievemente amarognola; il vino LUCIA si distingue per un profilo delicato e fresco.
LUCIA è prodotto con uve 100% Catarratto varietà extralucido .
Abbinamento
A tavola trova i migliori abbinamenti con la cucina di mare del territorio.
Vino molto versatile, si abbina splendidamente con
antipasti, crostacei, secondi piatti di pesce.
Si può abbinare anche a carni bianche delicate, verdure grigliate, formaggi morbidi e di media stagionatura.
Il Catarratto extralucido LUCIA va servito in calici
Tulipano, a temperatura fredda ma non gelata (intorno ai 10/12 °C).
Info
Il nome di extra-lucido deriva dal caratteristico aspetto
lucente, dato da una presenza minore di pruina, sostanza cerosa e dal colore biancastro che ricopre gli acini e dona alle uve un aspetto vellutato, influendo sul colore del grappolo.
Nel lembo occidentale della Sicilia le origini della viticoltura risalgono a tempi antichissimi.
L’area di Mozia venne colonizzata fin dall’VIII/VII secolo a.C dai Fenici, che solcavano il mar Mediterraneo alla ricerca di nuovi scali commerciali.
Ancora oggi la zona di Trapani, Erice e Marsala rappresenta una delle regioni d’eccellenza per vini siciliani.
I suoli sono prevalentemente composti di sabbie, calcare e rocce tufacee, terre povere e molto vocate per una viticoltura di qualità.
In questo particolare habitat, la storia e la tradizione del territorio hanno conservato fino ai giorni nostri molti vitigni autoctoni di grande valore.
AZIENDA VITIVINICOLA
Le prime testimonianze scritte sono del 1696 ad opera del Cupani nel 1696 e
successivamente si deve arrivare al 1970, quando Pastena descrive quattro diverse varietà di Catarratto: il Catarratto comune o latino, il Catarratto lucido spargolo, il Catarratto lucido serrato e il Catarratto lucidissimo o extra lucido.
Due fenotipi si sono particolarmente diffusi: il Catarratto Comune e il Catarratto Lucido, che si sono sviluppati duranti gli ultimi 20 secoli adattandosi a differenti microclimi.
I due cloni sono piuttosto simili da un punto di vista varietale.
Il catarratto comune ha un grappolo alato e produce uve dal grado zuccherino piuttosto elevato, mentre il biotipo lucido presenta grappoli dalla forma tendenzialmente cilindrica, con acini più piccoli e meno coperti da pruina.
Seppur apprezzato dal pubblico recentemente ha visto diminuire la sua diffusione a vantaggio dei vitigni internazionali più richiesti dal mercato.
A questo si aggiunge il fatto che, pur garantendo qualità di produzione migliore, risulta molto meno diffuso rispetto al Catarratto bianco comune.
Recenti studi genetici (Di Vecchi Staraz, 2008) rivelano che il Catarratto è, molto probabilmente, il padre della Garganega, una delle varietà più antiche dell’Italia settentrionale, ed ha dirette relazioni di parentela con molti altri vitigni: il Mantonico Bianco in Calabria, il Susumaniello in Puglia, la Malvasia di Candia nell’Itala Centrale, il Trebbiano in Toscana, Albana e Mostosa in Romagna, Dorona e Marzemina in Veneto.
Inoltre, è stato definitivamente chiarito che il Catarratto ha dato origine al Grillo, probabilmente attraverso un incrocio naturale con lo Zibibbo.
Il Catarratto è una delle varietà a bacca bianca più tradizionali e classiche della Sicilia ed è diffuso in tutta l’isola, dove costituisce il 33% della superficie vitata complessiva.
Il catarratto è una delle varietà a bacca bianca, non solo più antiche, ma anche di maggior personalità e carattere.
Nei secoli scorsi era prevalentemente utilizzato insieme al grillo e all’inzolia per produrre il Marsala.
Il declino del famoso vino fortificato ha portato con sé anche il progressivo abbandono della coltivazione del catarratto a cui sono stati preferiti vitigni internazionali commercialmente più conosciuti e remunerativi.
Solo negli ultimi decenni, grazie a una maggiore attenzione e valorizzazione delle uve autoctone vinificate in purezza, il catarratto ha lentamente riconquistato un ruolo di primo piano tra i bianchi siciliani.
Oggi rappresenta una delle migliori eccellenze dell’isola e sta finalmente mettendo in luce tutto il suo vero potenziale, per affermarsi definitivamente a livello nazionale e internazionale.
